Hai presente quelle scene surreali di qualche film dove vedi una
persona immobile mentre il mondo le passa accanto freneticamente
ad una velocità quintuplicata rispetto al normale? Ecco, immaginami
così. Ferma, nel caos del mio silenzio, concentrata solo nel cercare
di percepire l’ultimo battito d’ali di un volo che s’allontana.
Spesso sento dire: “Ma perché doveva capitare proprio a me?!” Un
perché c’è sempre e le risposte arrivano al momento giusto. Anche
le situazioni complicate, le scelte dolorose e le lacrime sofferte è
necessario viverle; capitano in quel momento perché forse è in quel
momento che ne hai bisogno, forse perché qualcosa deve cambiare,
forse perché tu devi cambiare... e così fai quella telefonata, stringi
quella mano, incroci quello sguardo, prendi quel treno e ...quello che
deve accadere accade.
...come due parallele deviate che per un attimo si toccano, come
un cerchio che non riesce a chiudersi, come una lacrima soffocata,
come un brivido lungo la schiena che non riesci a trattenere, come
due anime che per qualche ragione, in qualche parte del mondo si
sfiorano, si osservano e poi si guardano allontanarsi.
Ora so che non cancellerei neanche una lacrima della mia vita, ne-
anche una cicatrice, nemmeno una salita... e non cancellerei nemme-
no quell’attimo in cui mi sembrava di soffocare mentre, prigioniera
di una scena surreale, idea di chissà quale sadico regista, mi trovavo
immobile mentre il mondo mi passava accanto freneticamente ad
una velocità quintuplicata rispetto al normale, non riuscivo più a
sentire quel battito d’ali ed invece di morire ho imparato a respirare.
Anna Biason
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