mercoledì 25 luglio 2012

CANDELE: ARGOMENTO SCOTTANTE



Spesso ci si è chiesti quale sia il rischio che corre il consumatore nell’utilizzo delle candele "non pure". Questo prodotto, infatti, apparentemente innocuo, può celare al suo interno diverse sostanze pericolose, in grado di inquinare l’ambiente, in cui sono sprigionate, attraverso la combustione della fiamma. Il problema diviene sempre più importante, se si pensa all’aumento di consumo che questo grazioso complemento d’arredo sta riscuotendo nel nostro Paese.

Da secoli la candela è un elemento che accompagna le nostre giornate, anche se nel tempo la sua funzione si è in parte modificata, acquisendo significati nuovi, divenendo compagna di un “percorso benessere” che inizia dalla cura del proprio tempo e del proprio io, passando per la piacevolezza della sua forma, attraverso il calore del balenio della sua fiamma.

Esistono però candele realizzate con materiali scadenti in grado di sprigionare nella stanza sostanze tossiche pronte a colpire il nostro organismo. Pensare al benessere con questa oscura minaccia diventa molto difficile. 


Le principali problematiche relative alle candele, realizzate con materiali scadenti e pericolosi, sono rappresentate dai seguenti fattori:

1) Utilizzo di paraffina non raffinata al 100% per uso alimentare: questo comporta che nella materia prima utilizzata vi siano contenuti sostanze pericolose che superano, di gran lunga, i valori tollerati, come ad esempio, benzene, toluene, zolfo, dietiftalato e formaldeide, composti che, durante l’ardenza della candela, risultano essere altamente tossici e nocivi per la salute dell’uomo.
2) Presenza di nylon e piombo nello stoppino: perché la candela sia di ottima qualità e sicura, esso deve essere di cotone al 100%; candele di bassa qualità hanno, sovente, l'anima dello stoppino in nylon o in piombo (facilmente individuabili ad occhio nudo, incidendo con l’unghia la punta dello stoppino stesso) ed, ancora una volta, quando la candela è accesa, si sprigionano sostanze altamente tossiche, come ad esempio ossido di piombo o diossine. 
3)  Coloranti non idonei al contatto con gli alimenti e non certificati secondo norme: spesso i coloranti utilizzati per candele contengono sostanze molto pericolose come il cromo esavalente, il piombo o altri metalli pesanti, che durante la combustione vengono rilasciati e sono fonte di grave inquinamento.
4)  Essenze non certificate: i profumi utilizzati nelle candele, nella stragrande maggioranza, sono di scarsa qualità, a causa dell’idea diffusa tra i produttori che il loro impiego nella paraffina sia meno “nobile” rispetto ad applicazioni, come nel caso di prodotti cosmetici o di profumeria, in cui è obbligatorio per legge effettuare controlli e verifiche di laboratorio, di gran lunga più severe, perché le fragranze sono esposte direttamente al contatto con l’uomo. Per questo è molto frequente nei trovare, nei profumi utilizzati per le candele, presenza di solventi al piombo, glicoli, terpeni adulterati e altre sostanze molto pericolose, in grado perfino di divenire dei “perturbatori” del sistema endocrino e causa di gravi malattie anche al sistema riproduttivo dell’uomo e degli animali. Forse Vi sarà, forse, capitato vivere la spiacevole sensazione di provare una vertigine, un capogiro o un fastidio alla gola, in una stanza in cui era accesa una candela profumata con tali sostanze. La certificazione garantisce che l’essenza può essere utilizzata per tutti i fini cosmetici (creme corpo, profumi, oli massaggio, saponi, deodoranti ecc) ed è omologata nell’impiego per le candele, senza causare problemi all’ambiente o alla salute. 

Molte candele di importazione (e non solo d’importazione!) nascondono all' interno, sotto un sottile strato di cera, materiale di bassissima qualità oppure, se sono contenute in recipienti, addirittura uno strato di polistirolo emulsionato con residui di idrocarburi ricchi di policiclici aromatici, sostanza quest’ultima, tristemente nota per l’effetto cancerogeno. Molto spesso sono realizzate con materie prime classificate come pericolose per la Salute dell’Uomo. A volte non è semplice individuarle, poiché sono confezionate e ben architettate per celare i loro difetti occulti, ma un termine di paragone, molto spesso tangibile ed attendibile, può essere rappresentato dal prezzo:
le materie prime, in grado di garantire la produzione di candele di alta qualità, hanno un costo di approvvigionamento fissato sul mercato globale, attraverso le borse internazionali, ad un valore uguale a livello mondiale, per cui se, davanti all’acquisto di una candela, esiste una differenza evidente di prezzo, significa che, per prodotto molto economico, non sono state utilizzate materie prime che possano assicurare il Consumatore sulla qualità della referenza scelta, anzi avrà buoni motivi per pensare che...
“a volte il gioco non vale la candela!!” 



Un dato su tutti, per rendere chiaro il pericolo che si corre nell’usare una candela realizzata con materie prime non certificate e di bassa qualità, addirittura spesso molto pericolose per la salute:
una candela di 15 grammi (una semplice tea-ligth, oggi molto in voga nel ns. mercato) accesa in una stanza di 20 mq, è in grado di produrre particolati e polveri sottili pari a un valore 200 volte maggiore dei limiti di sicurezza Ambientali applicati in una città, come Milano, quando viene bloccata la circolazione dei veicoli, per l’allarme inquinamento.
Questo grado d’inquinamento domestico espone gli Ospiti della stanza a gravi rischi per la Loro Salute. Test effettuati su Consumatori americani hanno rilevato che un’esposizione media al fumo passivo di una candela con lo stoppino con anima di piombo , per quatto ore al giorno per una settima, eleva il tasso di piombo nel sangue per valori 13 volte superiori al limite massimo consentito. Gli effetti del piombo sono anche da rilevarsi a causa dei solventi al piombo utilizzati per realizzare i profumi! L’ossido di piombo e il cabonato di piombo sviluppati restano aggrappati alle pareti della stanza, alle tappezzerie, al sofà ecc., per cui continuano il loro effetto cancerogeno anche quando la candela è spenta o completamente consumata. 




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